Singapore punta sulla manodopera estera per superare la crisi
Il Ministro delle finanze Lawrence Wong ha dichiarato di voler dare priorità al settore edile, marittimo e industriale.
Singapore punterà di nuovo sulla manodopera specializzata, in particolar modo quella estera. A sollevare la questione, il ministro delle finanze Lawrence Wong, che si è rivolto ad aziende ed imprenditori preoccupati dalla limitata disponibilità di forza lavoro conseguente alle restrizioni doganali dovute al Covid-19.
Il bilancio di previsione 2022
A margine della chiusura del nuovo bilancio, Wong ha annunciato che dopo un lungo periodo molto sacrificato, il Paese investirà con maggiore slancio nel mercato del lavoro dando priorità al settore dell’edilizia, della marina e dell’industria. Al fine di accelerare la ripresa delle attività, la città-stato mira, infatti, a colmare le carenze che hanno alimentato l’inflazione negli ultimi mesi portandola a tassi mai raggiunti.
“La disponibilità di manodopera è una preoccupazione fondamentale per molte aziende. Dovremmo essere in grado di eliminare il problema in breve tempo“, ha affermato Wong, sostenendo che l’Autorità monetaria di Singapore continuerà a considerare misure appropriate per garantire la stabilità a medio termine.
Le ricadute positive sul mercato locale
Il Governo, sulla difensiva dopo le numerose critiche mosse dalla percezione diffusa di un sistema economico iniquo, che dipende dai professionisti stranieri mettendo in difficoltà gli autoctoni, ha spiegato la necessità di riaprire le frontiere in termini sia di accoglienza, sia di crescita per il mercato locale. L’arrivo di nuove risorse specializzate dovrebbe, infatti, accrescere l’interesse degli investitori internazionali e dunque avere immediate ripercussioni positive sull’economia del Paese, assodato un innalzamento del minimo salariale per fronteggiare l’aumento del costo della vita.
L’imposta su beni e servizi
La posizione del Paese sulle tasse patrimoniali resta invece invariata. L’aumento dell’imposta su beni e servizi sarà spalmato su due anni, con un incremento che andrà dal 7% all’8% nel 2023, fino ad arrivare al 9% nel 2024. Secondo il piano attuale dovrebbero entrare nelle casse dello Stato circa 3 miliardi di dollari. Mentre sul tavolo delle trattative c’è anche la possibilità che il sistema di tassazione colpisca i residenti più ricchi, con prelievi su redditi, proprietà e auto di lusso, il ministro fa sapere che il Governo continuerà a studiare le esperienze di altre giurisdizioni e ad esplorare altre opzioni per aumentare le entrate in modo equo senza lasciare indietro nessuno.